 
	
									Manifesto della Meloni a testa in giù, “vergogna e disgusto” sono le parole di commento del sindaco Vicinanza e del leader dell’opposizione D’Apuzzo di Castellammare
Nei giorni scorsi ignoti hanno affisso un manifesto in via Annunziatella a Castellammare raffigurante una la Premier Meloni a testa in giù. Un manifesto shock che inoltre contiene scritte accusanti il governo italiano di essere “complice del genocidio” di Gaza e “servo degli Usa”, e chiede di “cacciare il governo Meloni”. Un’immagine molto forte che evoca una pagina di storia italiana molto controversa. Sulla vicenda è intervenuta la politica stabiese che con diverse motivazione hanno comunque condannato l’atto. In primis il sindaco di Castellammare Luigi Vicinanza per il quale si tratta di “un atto molto grave……una cosa sono le idee, le posizioni politiche e il confronto democratico; un’altra sono l’utilizzo di squallide immagini che rievocano un passato buio della nostra storia e che non deve tornare. Il confronto democratico è altro: la violenza simbolica non è dissenso, è solo mancanza di rispetto e degrado culturale. Una vergogna”
Anche il ritrovato capo dell’opposizione Mario D’Apuzzo ha espresso le sue preoccupazione per la vicenda. “Al di là del disgusto per l’immagine in sé – ha infatti dichiarato – ciò che preoccupa è il messaggio politico e simbolico: rovesciare il volto del Presidente del Consiglio non è satira, è odio. È la rievocazione di una violenza che l’Italia dovrebbe aver imparato a non celebrare mai più. Giorgia Meloni governa perché ha vinto le elezioni e in democrazia, questo significa una sola cosa: la volontà del popolo va rispettata. Si può contestare, si può dissentire, si può manifestare, ma non si può invocare la “cacciata” di un governo legittimamente eletto, né ricorrere a immagini che evocano l’umiliazione e la vendetta. Chi oggi mette la Meloni a testa in giù, domani potrebbe farlo con chiunque altro. E allora non si tratta più di libertà di pensiero, ma di intolleranza politica. Questa non è opposizione, è degenerazione. È la resa di una sinistra estrema che, smarrita ogni linguaggio democratico, sceglie la provocazione come unico argomento. Il centrodestra ha vinto. La Meloni governerà finché gli italiani non decideranno diversamente. Chi non accetta questo principio non difende la democrazia: la calpesta. Perché quando si appendono le idee a testa in giù, la prima a morire non è una persona: è la libertà”
Condividi
 
	
									 
	
									 
								
Commento all'articolo