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La DIA conferma, Castellammare sempre terra di clan camorristici

Dalla relazione annuale della DIA 2024 pubblicata in questi giorni nei locali del ministero degli Interni continua ad emergere una situazione allarmante per Castellammare. “Nel comune sciolto per infiltrazioni camorristiche permane l’operatività degli storici clan antagonisti D’ALESSANDRO e CESARANO che spesso estendono la loro influenza criminale ai territori limitrofi tramite altri gruppi criminali che opererebbero quali loro articolazioni” – é riportato nel documento presentato agli organi della stampa – “La struttura, come per altri clan di camorra, è caratterizzata da un nucleo a connotazione familistica attorno al quale si polarizzano al-tri affiliati, mentre gli interessi illeciti perseguiti spaziano dai tradizionali settori delle estorsioni e degli stupefacenti al riciclaggio dei proventi delittuosi in attività economiche legali, perlopiù locali. Il 28 febbraio 2024, a Castellammare di Stabia, la Guardia di Finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 7 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare clan D’ALESSANDRO. Tra gli arrestati figura anche il nipote del defunto capo storico. L’indagine, in particolare, avrebbe documentato, oltre ad una serie di condotte estorsive, un’attività di sistematica raccolta illecita di scommesse e l’acquisizione di proventi delittuosi che venivano poi riciclati in internet-point ed agenzie di scommesse. Il 30 maggio 2024, i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 6 esponenti del clan D’ALESSANDRO, accusati di omicidio aggravato dal metodo mafioso. L’attività di indagine, scaturita dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia un tempo organici al citato clan, ha consentito di far luce su vari omicidi e ferimenti commessi dal gruppo di fuoco del sodalizio tra il 2008 e il 2009 in danno di appartenenti al clan rivale OMOBONO-SCARPA nonché di un amministratore pubblico del luogo .Un esponente del clan D’ALESSANDRO, il 16 ottobre 2024, è stato tratto in arresto dai Carabinieri in esecuzione di un ordine di carcerazione. L’uomo, già sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, deve scontare una condanna per associazione mafiosa, rapina estorsione e lesioni personali gravi commesse a Castellammare di Stabia il 21 ottobre 2020.Nella sfera di influenza del clan D’ALESSANDRO, seppur con un proprio ambito di autonomia, opererebbe il gruppo IMPARATO (c.d. Paglialoni), particolarmente attivo nel controllo dello spaccio di stupefacenti nel locale rione Savorito. Qui, il 5 aprile 2024, i Carabinieri, nell’ambito di un’attività antidroga, hanno arrestato 3 pregiudicati riconducibili al menzionato gruppo, trovati in possesso di svariati chili di stupefacenti di vario tipo, nonché due pistole con matricole abrase e svariate munizioni di diverso calibro. Un elemento apicale del gruppo IMPARATO è stato destinatario di un Decreto di fermo di indiziato di delitto eseguito dai Carabinieri il 20 febbraio 2024. L’uomo sarebbe accusato dell’omicidio a colpi d’arma da fuoco di un pregiudicato del posto, commesso a Torre Annunziata (NA) il 7 febbraio 2024 per vendicare il furto in abitazione subito dalla figlia ad opera della vittima. Il clan CESARANO, come accennato, permane operativo nel medesimo territorio ed arriva ad estendere la propria influenza criminale nei limitrofi Comuni di Pompei (NA) e Scafati (SA), spesso avvalendosi di gruppi referenti per il controllo di determinate aree. È il caso del clan ESPOSITO che opera nel Comune di Santa Maria La Carità (NA) quale articolazione del clan CESARANO, oppure del c.d. clan del RIONE MOSCARELLA, dal nome del complesso di edilizia popolare stabiese ove è radicato. Qui, il 15 aprile 2024, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 appartenenti al clan del RIONE MOSCARELLA, tra cui i vertici del sodalizio, accusati di associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e detenzione ai fini spaccio di stupefacenti, questi ultimi aggravati dalle modalità mafiose e dalla finalità di agevolare l’associazione camorristica di appartenenza. L’indagine ha permesso di accertare numerose condotte estorsive in danno di operatori commerciali locali, pianificate e dirette telefonicamente dal carcere da uno degli indagati malgrado lo stato di detenzione. Sempre nel menzionato complesso popolare, il 27 febbraio 2024, i Carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato nei confronti di ignoti un borsone contenente tre fucili, di cui uno a canne mozze, tutti con matricola abrasa. Le armi erano occultate sulla tettoia di un box. Il 16 settembre 2024, i Carabinieri e la Polizia penitenziaria hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare353 nei confronti di 2 esponenti di spicco del clan CESARANO, di cui uno attualmente ristretto in regime detentivo speciale ex art. 41-bis O.P., gravemente indiziati, in concorso tra loro, di omicidio aggravato dalla premeditazione e dal metodo mafioso. L’indagine, basata anche sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, avrebbe fatto luce sull’omicidio di un soggetto riconducibile al clan IMPARATO, operante nel rione Moscarella ove il clan CESARANO aveva mire espansionistiche. A Castellammare di Stabia, il cui Consiglio comunale era stato sciolto per accertate infiltrazioni mafiose con DPR del 28 febbraio 2022 ex art. 143 TUEL, l’8 e il 9 giugno 2024 si sono svolte le consultazioni elettorali che hanno condotto all’insediamento della nuova amministrazione comunale. A Gragnano, sarebbe confermata l’operatività del clan DI MARTINO il cui capo storico risulta attualmente detenuto. Il citato clan, come giudiziariamente documentato, sarebbe specializzato nella coltivazione e fornitura di stupefacenti di cui uno dei principali acquirenti sarebbe risultato il clan D’ALESSANDRO di Castellammare di Stabia. Qui, il 10 e l’11 agosto 2024, nell’ambito dell’attività di contrasto allo specifico fenomeno, in un’area demaniale impervia in località Vallone Forma, i Carabinieri hanno individuato una coltivazione illegale di Cannabis indica sequestrando 250 piante. Nei Comuni di Pimonte e Agerola, risulterebbe invece confermata l’operatività del clan AFELTRA i cui interessi illeciti si incentrano sulle estorsioni, in particolare in danno di imprenditori del fiorente settore caseario locale. In proposito, il 6 marzo 2024, i Carabinieri hanno eseguito un ordine di carcerazione nei confronti di un elemento di spicco del citato clan, condannato a 8 anni di reclusione per diversi episodi di estorsione in danno di imprenditori locali, commessi a Pimonte e ad Agerola tra il 2018 e il 2019. Nella Penisola Sorrentina, oltre al documentato interesse dei già citati clan D’ALESSANDRO e DI MARTINO, che qui estenderebbero la loro influenza criminale soprattutto mediante il controllo dello spaccio di stupefacenti, una recente operazione di polizia avrebbe rilevato l’operatività del clan ESPOSITO di Santa Maria La Carità (NA), articolazione del ben più noto clan CESARANO, che, diversamente, sarebbe maggiormente proteso all’infiltrazione dell’economia legale, soprattutto nel settore dell’edilizia. Al riguardo, il 26 gennaio 2024, i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare355 nei confronti di un imprenditore edile attivo nell’area sorrentina, inserito nella compagine sociale di almeno quattro aziende del settore, già condannato per associazione mafiosa e ritenuto legato al clan ESPOSITO. L’uomo è accusato di minacce, lesioni personali e violenza privata che avrebbe commesso in danno del Presidente del locale circolo WWF per il suo particolare attivismo in materia ambientale e contro la speculazione edilizia. L’indagato si rese inoltre responsabile di ripetute minacce all’indirizzo di un giornalista per le quali è stato destinatario di un’altra ordinanza di custodia cautelare eseguita il 12 febbraio 2024 dalla Polizia di Stato. Con riferimento all’area stabiese, vanno segnalati, infine, 24 provvedimenti interdittivi adottati dal Prefetto di Napoli durante il 2024 nei confronti di ditte e imprese, per la maggior parte attive nei settori edile e immobiliare, riconducibili ai menzionati clan D’ALESSANDRO, CESARANO (quest’ultimo anche tramite il suo referente gruppo ESPOSITO), DI MARTINO e AFELTRA che operano in tale comprensorio, a dimostrazione della loro spiccata propensione all’infiltrazione economica.

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