
Castellammare, l’opposizione (solo 4 su 6, all’appello mancano D’Apuzzo e Alfano) all’attacco della maggioranza che diserta la commissione del Puc.
Il centrosinistra diserta la commissione sul Puc e l’opposizione ne approfitta per punzecchiarlo. Anche se sono solo in quattro i consiglieri del centrodestra firmatari del documento che critica aspramente il comportamento della coalizione vicina al sindaco Luigi Vicinanza.
“Si è consumato l’ennesimo atto di grave mancanza di rispetto istituzionale. La seduta della II Commissione consiliare è saltata a causa dell’assenza ingiustificata della maggioranza, compreso il presidente della Commissione stessa – scrivono nel documento i consiglieri di opposizione Cimmino, D’Apice, Federico e De Filippo – Non è la prima volta che accade, ma questa volta si è superato ogni limite. Da mesi, precisamente da ottobre, il Piano Urbanistico Comunale (PUC) viene inserito sistematicamente come secondo punto all’ordine del giorno delle convocazioni. Eppure, nella maggior parte dei casi, non se ne discute affatto. Le Commissioni vengono convocate solo formalmente, senza la reale intenzione di produrre atti concreti per il Consiglio comunale. È una presa in giro. Questo comportamento non solo è inaccettabile, ma riteniamo stia generando un potenziale danno erariale per l’Ente, considerato che risorse pubbliche vengono impiegate per sedute che non portano ad alcun risultato concreto. La Segretaria comunale non può continuare a far finta di nulla, tollerando che le Commissioni si trasformino in mere finzioni procedurali. Il PUC è uno strumento fondamentale per lo sviluppo, la pianificazione e il futuro della nostra città. Trattarlo con superficialità o disinteresse è un’offesa alla città e ai cittadini che chiedono risposte, serietà e trasparenza. Per questi motivi chiediamo le dimissioni immediate del presidente della II Commissione consiliare. La città merita rispetto, non questo teatrino istituzionale che dura da troppo tempo. È ora di assumersi le responsabilità. Basta con l’immobilismo e con la politica delle finzioni”.
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