Castellammare, la lista Base Popolare Democratici e Progressisti esce dalla maggioranza e da il benservito al sindaco Vicinanza
Anche Salvatore Vizza da il de profundis all’amministrazione comunale guidata da Gigi Vicinanza. Lo fa attraverso il solito comunicato al veleno con il quale annuncia anche l’uscita dalla maggioranza della lista Base Popolare Democratici e Progressisti rappresentata in consiglio comunale da consigliere Maurizio Apuzzo. “Castellammare rischia di bloccarsi nuovamente a distanza di 2 anni, per i problemi che stanno emergendo dalle inchieste condotte dalla Magistratura e dalle forze dell’ordine, e non già, quindi, a causa della litigiosità, dei ricorrenti malcontenti dei consiglieri, che si stanno organizzando per mandare a casa il Sindaco che non li ha accontentati. Lo prova il fatto che, in questi mesi, pur in presenza di opinioni diverse, su quelle poche delibere significative presentate al Consiglio Comunale, vedi Savorito, non è mai venuto il sostegno al Sindaco. Dire la verità ed evitare vittimismi, ammettere gli errori è un atto di serietà che Castellammare merita. É prevalsa l’idea che fosse bastato lo scioglimento e la gestione dei commissari per poter archiviare il tema, facendo sì da evitare che la politica guardasse dentro se stessa ed affrontasse la necessità che si recidessero collegamenti, ambiguità e collusioni con il malaffare e la criminalità, si contrastassero le azioni spesso messe in atto da comitati elettorali e da false liste civiche. Si è fatto prevalere un modello dove non conta la condivisione degli obiettivi, del programma da realizzare, le competenze che sarebbe indispensabile avere in Consiglio, i giovani da impegnare; si viene cooptato, invece, se si ha una famiglia numerosa alle spalle, se si é legati a personaggi “importanti” che muovono voti. Abbiamo presentato, inseguendo questo modello anche alle ultime elezioni, un’alleanza composta di 14 liste con 336 candidati – record assoluto – come un modello di cui vantarci, un esempio da imitare per dar vita al cosiddetto “campo largo”. Salvo poi, nel momento in cui le indagini in corso hanno evidenziato problemi, a operare un distinguo nel tentativo di separare le responsabilità del Consiglio Comunale da quelle della Giunta. Troppo semplice e anche comodo! La responsabilità della costruzione della coalizione non può che essere anche dello stesso candidato a sindaco. Non è un caso che la legge preveda che rilasci la dichiarazione di collegamento con le liste che vogliono sostenerlo. É mancata, a nostro avviso, anche in questo momento difficile, da parte del Sindaco e dello stesso Pd, a fronte delle inchieste aperte, del lavoro svolto dalle Forze dell’ordine e dalla Magistratura, degli studi e del lavoro di ricerca e analisi condotto dall’Università di Napoli insieme con l’Osservatorio sulla Camorra, una pronta iniziativa per evitare che la città pagasse nuovamente un duro prezzo. Era necessario per evitare quanto sta accadendo, sottoporre da parte del Sindaco al Consiglio un documento che contenesse la richiesta al Ministro dell’Interno e al Prefetto dell’invio della Commissione di accesso e la formalizzazione, allo stesso tempo, con l’atto delle dimissioni, dell’apertura di una verifica politica impegnativa. Abbiamo provato a dirlo anche con la nostra nota del 12 novembre. In questi giorni si ricorrono comunicati, prese di posizioni e considerazioni legittime, tra queste quelle assunte daesponenti importanti del PD. Ma ci chiediamo, con rispetto per la dialettica interna del partito di maggioranza relativa – che ha un peso e un ruolo determinante per le scelte che riguardano la nostra città – se abbia maturato un convincimento chiaro sulla strada da percorrere. Le inchieste ci stanno mettendo davanti agli occhi situazioni e aspetti che non possiamo far finta di non vedere e che determinano una situazione di straordinarietà che è cosa ben diversa dalle differenze o dalla litigiosità che possono nascere su singoli temi. Eppure il PD appare immobile, mancante di una iniziativa chiara. Ma così facendo rischiamo di alimentare un dibattito confuso, di negare il valore di alcune presenze come quella di Sandro Ruotolo cui è stato chiesto – proprio per il lavoro che ha sempre svolto anche sul terreno della lotta alle mafie e per dare una mano alla città travolta dallo scioglimento – di candidarsi a Castellammare, pur ricoprendo già importanti ruoli nazionali. In questi mesi non abbiamo nascosto il nostro punto di vista, collaborativo e critico, su temi che tutti ben conosciamo e che riguardano i nostri quartieri, l’apparato produttivo, i porti, le Antiche Terme e le nostre sorgenti, l’appalto dei rifiuti e la necessità di agire per non perdere risorse assegnate con il Pnrr e con il Cis. Ci sarebbe piaciuto parlare della sanità e del nostro ospedale, che ha subito colpi, non certo per responsabilità di chi ci lavora, ma perché è stato depredato per favorire soluzioni gradite a vari esponenti politici. Tutti punti, compreso il piano spiagge e la ritrovata balneabilità grazie al lavoro fatto negli anni, sui quali non è stato mai davvero possibile sviluppare un confronto. Abbiamo deciso di uscire dalla maggioranza per evidenziare la necessità che si andasse oltre gli annunci, che il Consiglio Comunale diventasse davvero luogo di costruzione di un percorso teso a coinvolgere la città. Questa volontà non si è manifestata, lo dimostra il non aver dato seguito a quanto contenuto nella nostra mozione sui temi dello sviluppo, della partecipazione e del coinvolgimento delle realtà sociali, associative, professionali, approvata dal Consiglio Comunale. Siamo convinti che la città non si debba dividere sul tema della trasparenza, della lotta alla camorra che resta un baluardo e un cardine dell’agire comune, sulla necessità che la politica, gli eletti si sottopongano a tutte le necessarie verifiche. Abbiamo, invece, bisogno che si sviluppi interesse e nuova partecipazione. Se lasciamo crescere lo stesso astensionismo senza reagire il voto controllato e quello della camorra condizionerà ancora di più la vita delle nostre comunità. Serve una svolta politica urgente, la costruzione di una forte unità tra la stragrandissima maggioranza di forze sane di cui la città dispone, il coraggio di dire dei no, di elaborare proposte e soluzioni che si mettano alle spalle formule e “ammucchiate” inconcludenti e dannose. Castellammare è una realtà forte, ha le energie e le intelligenze per uscire da questo tunnel. Spetta alla Magistratura accertare responsabilità, coinvolgimenti, collusioni, a noi tutti, a iniziare dal Sindaco, invece la responsabilità di assumere decisioni che evitino alla città di nuovo il rischio di due possibili altri anni di gestione commissariale”
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