Castellammare, “Cammini e Cultura dei Monti Lattari” tra rivalutazione della “Cascata del Lavello” a Pimonte e il “Cammino dell’Angelo” a Faito.
Il 15 luglio 2025 nella Sala Conferenze della Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia il Presidente del Parco Regionale dei Monti Lattari Enzo Peluso con la collaborazione di un qualificato staff ha comunicato l’attuazione di otto iniziative nell’ambito della misura “Progetti Cammini e Cultura dei Monti Lattari”. L’iniziativa ha premiato la proposta dei Comuni di Agerola, Castellammare di Stabia, Corbara, Lettere, Nocera Inferiore, Pimonte, Scala e Tramonti, quattro della provincia di Napoli e quattro della provincia di Salerno. Si tratta di un finanziamento di 10.000 € che verrà immediatamente erogato ai Comuni interessati per interventi puntuali su sentieri di montagna per una somma complessiva, quindi, di 80.000 €. La somma stanziata dalla Regione Campania è, più che altro, simbolica ma indica, ancora una volta, la volontà dell’istituzione regionale di indirizzare lo sviluppo turistico culturale della Campania anche verso la valorizzazione delle eccellenze naturalistiche e storiche locali. Per Castellammare di Stabia si tratterà di intervento di rivalutazione della Cascata del Lavello, una bellezza naturalistica poco conosciuta con un salto di circa 25 m e che si trova in una zona periferica del territorio cittadino al confine con il territorio di Pimonte. Per potervi accedere da Castellammare di Stabia bisogna recarsi a Quisisana e seguire i sentiero n.350 del CAI che da Piazza Giovanni XXIII° sale per strada Coppola; al Largo De Turris prendere la Salita Quisisana fino alla S.S. Panoramica dove si svolta a sinistra e, dopo circa 200 m, si sale a destra per la strada che da Castellammare di Stabia porta a Faito, ora interrotta. Passando davanti all’arco della Reggia di Quisisana si va alle Fontane del Re e, seguendo i segni bianco e rosso del CAI, si raggiunge uno stradone che costeggia i ruderi dell’acquedotto borbonico e il sentierino per la Guglia Castellano, una parete di arrampicata che fa parte della storia del CAI di Castellammare di Stabia. Al bivio dei sentieri n.350/334 del CAI si prosegue a sinistra per il sentiero n.334 delle Tese di Pimonte. Questo sentiero porta a Tralia e poi a Faito, ma la zona interessata all’intervento si trova proprio all’inizio del sentiero, costeggiando Monte Coppola. L’intervento di valorizzazione consisterà nel posizionamento di riggiole in ceramica, pannelli informativi e segnaletica.
Oltre alla bellezza del posto, poco distante dal sentiero, è possibile osservare un’ antica “carcare” alta 8 m e diametro 6 m circa. Queste strutture in passato venivano usate per la produzione della calce, sia viva che spenta, quando ancora non esistevano gli appositi forni industriali. Ora sono una testimonianza di un periodo in cui la montagna costituiva una ricchezza insostituibile e su cui si fondava l’economia di molte zone.
Un’altra importante caratteristica di questo sentiero è, come abbiamo visto, quella di essere strettamente connesso con il sentiero n.350 del CAI che è il sentiero che interessa Castellammare di Stabia per percorrere “Il Cammino dell’Angelo di Monte Faito”.
Il Cammino dell’Angelo di Monte Faito è strettamente connesso all’esperienza spirituale di Catello, vescovo di Stabia, e di Antonino, abate di Sorrento. La sua storia abbraccia anche la costruzione del Santuario, situato sulla vetta più alta dei Monti Lattari. Fin dal VI secolo, i pellegrini si avventurano attraverso i suoi sentieri per raggiungere questa meta sacra. Gli abitanti di Castellammare di Stabia seguivano proprio l’attuale sentiero n.350 del CAI che da Quisisana va al Santuario passando per il “Pizzo delle Monache”, la Montagna Spaccata e la sorgente detta “Acqua dei Porci”.
Il Cammino dell’Angelo del Monte Faito, la cui meta è il Santuario di San Michele, si estende a tutto il territorio della Penisola Sorrentina, della Costiera Amalfitana e parte dell’Agro Nocerino-Sarnese tra le Provincie di Salerno e di Napoli.
E’ inserito nell’Atlante Regionale dei Cammini della Regione Campania e nel Catalogo dei Cammini Religiosi Italiani del Ministero del Turismo che ne hanno riconosciuto l’importanza.
La sua rilevanza è stata sancita da un possibile finanziamento di 1 milione e 143.000 € che dovrebbe, a breve, essere stanziato dalla Regione Campania nell’Ambito delle erogazioni del PNRR.
Si capisce, quindi, l’importanza di questo sentiero n.350 del CAI che parte da Castellammare di Stabia per raggiungere il Santuario di S.Michele e fa parte del Cammino dell’Angelo di Monte Faito, la madre di tutti i sentieri dei Monti Lattari. Il Cammino dell’Angelo di Monte Faito è collegato alla via Francigena, che da Roncisvalle porta a Otranto seguendo la via percorsa dai Crociati nel Medioevo, e al Sentiero Cammina Italia del CAI che attraversa tutta l’Italia collegando, lungo gli Appennini, le Alpi alla Sicilia e Sardegna.
Percorrendo i sentieri del Cammino dell’Angelo di Monte Faito i pellegrini escursionisti ne traggono sicuramente una utilità fisica, ma anche e soprattutto un benefico arricchimento interiore. Questa acquisizione è determinata dal camminare lungo sentieri con tempi a misura d’uomo, come quando le strade non esistevano e per muoversi da un posto all’altro bisognava attraversare boschi e valicare montagne. Per tale motivo con l’escursionismo è possibile l’osservazione naturale del territorio che solo la lentezza propria del camminatore permette.
Spesso un antico sentiero viene ripercorso dopo molti anni di abbandono perché riscoprirlo significa riappropriarsi delle proprie tradizioni e consente di alimentare la cultura storico-popolare propria e di un territorio.
L’escursionismo è oggi un’attività in continua evoluzione. Territori come la Costiera Amalfitana, che fino a pochi decenni fa viveva di solo turismo balneare, quindi stagionale, oggi ha esteso la propria offerta turistica all’intero anno solare grazie alla ricoperta del proprio territorio montano ricco di sentieri tracciati in passato dal frequente passaggio durante millenni di uomini e animali, tra i suoi prati e boschi, tra le sue rocce e tra i sui ambiti naturalistici o paesaggi antropici.
Molti sentieri del Cammino dell’Angelo di Monte Faito si sviluppano lungo una costa incantevole, con borghi a picco sul mare e paesaggi mozzafiato che per la loro importanza storica, culturale e paesaggistica sono stati iscritti nel Patrimonio dell’UNESCO.
Un itinerario escursionistico del Cammino dell’Angelo di Monte Faito come quello che parte da Castellammare di Stabia percorre sentieri che stimolano la valorizzazione storica-religiosa dei luoghi e rappresentano un evidente opportunità didattica formativa naturalistica, storica, geologica e religiosa.
Inoltre, aspetto non trascurabile, percorrerlo costituisce, sicuramente uno strumento di tutela attivo e di presidio del territorio di Castellammare di Stabia teatro, in un recente passato, di lotte delinquenziali.
Ciro Di Martino
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