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Castellammare, apertura parco Antiche Terme: “è solo un’operazione di facciata” per il consigliere dell’opposizione Mario D’Apuzzo

A qualche giorno della riaperture del parco delle Antiche Terme da parte dell’amministrazione comunale di Castellammare guidata dal sindaco Luigi Vicinanza, l’ex candidato a sindaco del centro destra Mario D’Apuzzo, boccia senza mezzi termini l’iniziativa ritenendola inutile ed un’operazione di facciata. “A Castellammare di Stabia si continua a consumare il rito delle operazioni di facciata, quelle che costano care e non lasciano nulla – scrive sul suo profilo facebook D’Apuzzo – Si è deciso di riaprire il Parco delle Antiche Terme in una condizione che definire assurda è un eufemismo: le fonti restano chiuse, l’acqua è vietata al pubblico, l’essenza stessa delle terme è negata. Che senso ha riaprire un parco termale senza terme? è una domanda semplice, che chi governa non sembra porsi. La scelta di spendere denaro per interventi temporanei e privi di respiro strategico è uno schiaffo a chi, ogni giorno, versa tasse nella speranza che quelle risorse ritornino sotto forma di servizi. Qui sta il punto: pagare le tasse non significa cedere la proprietà del proprio denaro allo Stato o al Comune, ma significa affidarlo con un vincolo preciso: che venga restituito in beni, opere, infrastrutture e servizi utili alla comunità. Quando invece le risorse si disperdono in spese inutili, provvisorie, prive di logica progettuale, non siamo di fronte a un errore tecnico, ma a una violazione del patto fiduciario tra cittadini e istituzioni. Questo è ciò che rende tutto più grave: non è denaro di chi governa, è denaro dei cittadini. E ogni euro sprecato non è una cifra astratta: è una sottrazione di futuro per le famiglie, per i giovani, per la città. Serve il coraggio di dirlo: queste scelte devono interessare la Corte dei Conti. Non per spirito punitivo, ma per affermare un principio elementare: il denaro pubblico è sacro perché è il frutto del lavoro dei cittadini, e chi lo gestisce deve farlo con responsabilità e visione. Castellammare merita un progetto serio per le Terme, non maquillage per qualche passerella politica. Merita un piano strutturale che restituisca alla città la sua risorsa più importante: l’acqua, non le panchine e le recinzioni provvisorie. Ogni spreco è un furto di fiducia. E la fiducia, una volta persa, non si recupera con una mano di vernice.

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