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L’affresco di Ercole bambino trafugato negli Stati Uniti torna a Pompei

Un frammento di affresco raffigurante Ercole bambino che strozza i serpenti è stato ritrovato e restituito al Parco Archeologico di Pompei. L’opera, trafugata anni fa, proviene dalla Villa di Civita Giuliana, un sito archeologico a nord di Pompei. La collaborazione tra il Comando Tutela Patrimonio Culturale Carabinieri e le Autorità degli Stati Uniti ha permesso di recuperare il reperto, che faceva parte di una collezione privata negli Stati Uniti.

L’affresco, che rappresenta un episodio della vita di Ercole, faceva parte di un sacello o sacrarium all’interno della villa, che è stato oggetto di scavi e indagini giudiziarie dal 2017. Il sacello era stato quasi completamente spogliato della sua decorazione, ma grazie alle indagini è stato possibile identificare l’affresco come proveniente da questo luogo.

Il ritrovamento dell’affresco è parte di un più ampio processo di recupero e valorizzazione del sito archeologico di Civita Giuliana, che include la restituzione di 129 reperti in Italia. Sono in corso analisi e indagini per chiarire i dettagli della collocazione originaria dell’affresco e per rintracciare gli altri affreschi sottratti dal sacello.

“Un reperto archeologico possiede valore non soltanto per la sua materialità, ma soprattutto per ciò che può raccontare sul passato. – ha spiegato il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel – Ogni oggetto rinvenuto in uno scavo è una testimonianza storico-culturale preziosa, perché il suo significato dipende dal contesto in cui è stato trovato. Quando un reperto viene rubato, questo legame con il suo contesto originario si spezza irrimediabilmente. Anche se l’oggetto rimane integro dal punto di vista fisico, perde gran parte del suo valore scientifico. Senza conoscere dove, come e insieme a cosa è stato scoperto, il reperto non può più contribuire alla ricostruzione storica e diventa un semplice oggetto isolato, privato della sua funzione di testimonianza. Per questo rubare un reperto significa sottrarre a tutti noi una parte di conoscenza e cancellare un frammento della storia dell’umanità.”

“Questo ritrovamento – ha precisato il Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso – è l’ennesimo frutto della collaborazione sinergica tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, rivelatasi uno straordinario strumento non solo per riportare alla luce reperti archeologici di eccezionale importanza, ma anche per interrompere l’azione criminale di soggetti che per anni si sono resi protagonisti di un sistematico saccheggio dell’enorme patrimonio archeologico custodito nella vasta area, ancora in gran parte sepolta, della villa romana di Civita Giuliana, recuperando preziose testimonianze storiche e restituendole alla fruizione della collettività. “

Per chi volesse vedere da vicino l’affresco il Parco Archeologico di Pompei fa sapere che sarà possibile farlo a partire da metà gennaio presso l’Antiquarium di Boscoreale che già ospita in locali dedicati rinvenimenti di Civita Giuliana.

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